Negazioni d’amore. Le dinamiche di potere nelle relazioni di coppia

Per quanto ciascuno di noi possa avere una percezione soggettiva del potere, esso rimane un dato sociale costitutivo che permea diversi contesti pubblici e privati. In qualsiasi contesto emerga, il potere implica sempre l’esercizio di una forza, derivante dall’incontro di differenze che possono essere biologiche, psicologiche e culturali. 

In una concezione più prettamente relazionale, il potere viene considerato come l’esercizio di un’influenza che mina il riconoscimento della soggettività dell’altro.

Le relazioni sentimentali si prestano ad essere uno dei territori dell’esperienza umana in cui prendono ampiamente corpo i fenomeni di negoziazione o negazione dell’intersoggettività.

Durante l’innamoramento, in una sorta di percezione illusoria, ci si convince che l’altro sia l’unico capace di dare una risposta a ciò che si va cercando. Questa illusione può accompagnarsi alla paura che, se davvero l’altro è l’unico, allora possiede su di noi uno spaventoso potere, inteso nei significati di discrezionalità e di capacità di influenza. 

Inoltre, accade spesso che i desideri che si legano alle aspettative sul partner e sulla relazione si dispieghino liberamente nella presunzione che l’altro non abbia, a sua volta, propri desideri e una propria individualità. 

Con il termine intersoggettività ci riferiamo qui ad uno spazio di riconoscimento nel quale poter affermare noi stessi come soggetti autonomi e indipendenti e contemporaneamente riconoscere all’altro la stessa dignità di soggetto simile a sé. Quando i partner non sono in grado di sostenere tale equilibrio ne consegue la rottura del legame intersoggettivo, si perdono di vista gli obiettivi comuni e il riconoscimento della specificità e differenza dell’altro. Se a questa rottura non segue una riparazione, cioè il ristabilirsi del riconoscimento reciproco, si innesca una “complementarietà relazionale” in cui i due partner si ritrovano in posizioni opposte tipiche del dominio e della sottomissione.

Le dinamiche di potere nella coppia, e nello specifico la configurazione dominio-sottomissione, possono essere considerate il risultato della negazione della soggettività del partner, il quale viene vissuto sempre più come un oggetto.

La psicoanalista statunitense Jessica Benjamin (1988) intende le dinamiche di potere come il risultato di una distorsione del legame d’amore. Chi intraprende la strada del dominio per affermare il proprio potere innesca un circolo vizioso di soggiogazione psichica secondo cui più l’altro viene soggiogato meno è vissuto come soggetto umano e maggiore diventa la distanza o la violenza che il sé deve usare contro di lui.

Tra i vari aspetti del potere possiamo identificare quelli che più risultano implicati nella relazione di coppia. Ad esempio la capacità di imporre la propria volontà nonostante la resistenza dell’altro, il possesso e la minaccia di impiego di mezzi capaci di recare danno all’altro nel suo patrimonio, nei suoi affetti, nella sua reputazione, nella sua libertà e, al limite, nella sua incolumità fisica e morale.

Non è possibile stabilire a priori quali siano le cause che determinano la propensione a ricoprire il ruolo di vittima piuttosto che di carnefice poiché diversi e molteplici possono essere i fattori che concorrono. Ed ogni storia personale e di coppia è unica e irripetibile.

Tuttavia, nelle storie dei nostri pazienti spesso osserviamo quanto il timore di dipendere in maniera spropositata dall’altro possa richiamare paure già sperimentate nella propria storia personale, nel corso di precedenti relazioni affettive e soprattutto nella propria famiglia d’origine. 

Le relazioni emotivamente coinvolgenti possono essere vissute come una minaccia all’integrità di un sé già precario.  Temendo il rischio di una dipendenza che vanificherebbe la pretesa di autosufficienza del sé, il soggetto avvertirebbe il timore di una “frammentazione catastrofica” e di un crollo. La logica paradossale che potrebbe innescarsi con la negazione della soggettività dell’altro è: “se io lo controllo completamente, l’altro cessa di esistere, e se è l’altro che controlla completamente me, allora cesso di esistere io.” 

Questo ci porta alla conclusione che lo stile di attaccamento, le qualità delle cure parentali e la capacità di tenere a mente gli stati emotivi dell’altro sono importanti fattori predittivi rispetto alle competenze relazionali dei partner. 

Ciò che ad ogni modo appare evidente nelle dinamiche di potere è che si tratta sempre di una complementarietà di ruoli, non esiste una vittima senza un carnefice, uno schiavo senza un padrone, direbbe Hegel. Questo circolo virtuoso di collaborazione, spesso inconsapevole, si crea nella contiguità e nella mutua reciprocità tra universo psichico individuale e universo della cultura condivisa.  

 

Qual è, dunque, la soluzione migliore a questa impasse relazionale?

La risposta ce la fornisce ancora una volta Jessica Benjamin, la quale asserisce, che la vera indipendenza implichi il mantenimento della tensione fondamentale tra questi impulsi contraddittori, vale a dire l’affermazione del proprio sé e il riconoscimento dell’altro. Le dinamiche del potere, e di conseguenza il dominio sull’altro, sono la conseguenza del rifiuto di questa condizione. Vivere in una relazione di coppia, infatti, significa ricercare un continuo compromesso tra la propria individuazione e la protettiva sensazione di appartenere. 

Quando la relazione si basa su un consenso reciproco, co-costruito nel tempo, i confini e le regole del potere sono ben chiari ai due partner, non c’è prevaricazione ma rispetto e mutuo riconoscimento.

Bibliografia

Benjamin J. (1988) Legami d’amore. I rapporti di potere nelle relazioni amorose. Trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2015.

Benjamin J. (1995) Soggetti d’amore. Genere, identificazione, sviluppo erotico. Trad. It. Raffaello Cortina, Milano 1996.

Benjamin J. (1995) Recognition and destruction: An outline of intersubjectivity. In Like Subjects Love Objects: Essays on Recognition and Sexual Difference. New Haven: Yale University Press.

Benjamin J. (1998) L’ombra dell’altro. Intersoggettività e genere in psicoanalisi. Bollati Boringhieri, Torino 2006. 

Butler J. (1997) La vita psichica del potere. Teorie del soggetto, (a cura di Federico Zappino). Mimesis Edizioni, Milano 2013. 

Fonagy P. (2001). Uomini che esercitano violenza sulle donne: una lettura alla luce della teoria dell’attaccamento. In Fonagy P., Target M., Attaccamento e funzione riflessiva. Raffaello Cortina, Milano.

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Silvia Manzoni

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa