
L'accomodamento patologico
L’accomodamento patologico è un concetto introdotto da Bernard Brandchaft, tra i principali esponenti della psicoanalisi intersoggettiva, che descrive un meccanismo per il quale una persona, fin dalle sue precoci fasi di vita, è costretta, per sopravvivere emotivamente, ad adattarsi alle richieste esterne finendo per compromettere il proprio equilibrio e perdere il proprio baricentro psicologico.
Lo sviluppo nell'infanzia
Nei primi anni di vita siamo particolarmente dipendenti da chi si prende cura di noi per soddisfare i bisogni fisici ed emotivi. Una relazione sintonizzata e affettuosa favorisce lo sviluppo di una buona capacità di esprimere, comunicare e regolare le emozioni e lo sviluppo di un senso di sé stabile e coeso. Tuttavia, quando il caregiver, per svariati motivi, non è in grado di rispondere in modo adeguato ai bisogni del bambino, quest’ultimo può sviluppare un meccanismo di adattamento che implica un adeguamento all’organizzazione di personalità del genitore al fine di mantenere la relazione. Pur di ricevere amore, attenzione o accettazione, il bambino può “accomodarsi” alle aspettative e ai bisogni degli altri, al punto che i bisogni e i sentimenti del genitore diventano la bussola e il punto di riferimento per muoversi nel mondo. L’adesione alla realtà psichica del caregiver diventa un importante criterio con il quale il bambino valuta se stesso, in quanto “buono” o “cattivo”. Ogni espressione autentica è resa insidiosa dalla minaccia di rottura del legame, in un modo che potremmo descrivere così: se fallisco o devio nel corrispondere all’aspettativa e al bisogno degli altri incorrendo nella loro disapprovazione, inizio a sentire di riflesso che c’è in me qualcosa di sbagliato, piuttosto che mettere in discussione i miei genitori e il legame che ci lega. Per evitare questi dolorosi sentimenti di vergogna e rifiuto devo quindi adeguarmi al loro mondo soggettivo. In questo modo diviene complesso integrare in un senso di identità stabile e coeso tutte le versioni, anche autentiche, in contrasto con i dettami genitoriali.
Influenze sull'esperienza soggettiva
Secondo Brandchaft (1999, p.272), se radicate nel tempo, “le interazioni con l’ambiente infantile continuano ad essere replicate incessantemente nell’attività di organizzazione del suo mondo”; ciò può portare a una disconnessione dall’autenticità e dall’integrità del sé, con un impatto profondo sull’organizzazione dell’esperienza soggettiva ed interpersonale. Il vissuto emotivo di una persona potrebbe essere costantemente filtrato attraverso una lente di preoccupazione per come viene percepita esternamente, per le aspettative che gli altri hanno, o per evitare il conflitto. L’accomodamento patologico può comportare difficoltà nel riconoscere e nell’esprimere emozioni autentiche, poiché il proprio mondo interiore è costantemente preso dal bisogno di conformarsi alle relazioni esterne, con il rischio di sentirsi smarriti e incapaci di prendere decisioni significative in linea con il proprio benessere. Brandchaft (1999, p. 188) ne riassume gli effetti nei termini di un’angosciosa incertezza “di chi e di cosa uno sia, l’assenza di solidi riferimenti interni per il senso di sé di ognuno, la mancanza di fiducia e di coraggio, e della libertà di scegliersi il proprio cammino”.
Il percorso terapeutico
Un passo importante all’interno di un percorso di psicoterapia è la comprensione e la consapevolezza di come questi meccanismi abbiano avuto origine nel contesto intersoggettivo della propria famiglia d’origine e di come continuino ad organizzare inconsciamente l’esperienza quotidiana della persona. La co-costruzione di uno spazio sicuro e privo di giudizi tra terapeuta e paziente permette a quest’ultimo di imparare a riconoscere i propri bisogni, di sperimentare una più vasta gamma di emozioni così da poter sviluppare un senso di sé più coeso e variegato, aprendo la strada a un recupero dell’autenticità e del benessere psicologico.
In conclusione, il concetto di accomodamento patologico di Bernard Brandchaft offre una comprensione profonda dei meccanismi psicologici che si sviluppano nelle relazioni primarie e di come questi possano influenzare la vita adulta. Esso evidenzia come una strategia di adattamento originariamente sviluppata per mantenere il legame affettivo con i propri caregiver possa trasformarsi in una trappola che ostacola lo sviluppo di un’identità autentica e la capacità di affrontare le sfide della vita secondo le inclinazioni soggettive.
Bibliografia
Brandchaft, B. (1999), Disturbo di personalità evitante ossessivo. In Stolorow, R., Brandchaft, B., Atwood, G., Fosshage, J., Lachmann, F. (1999), Psicopatologia Intersoggettiva. A cura di Marco Casonato, 2004. Edizioni QuattroVenti, srl, Urbino.
Brandchaft, B. (1999), Accomodamento patologico e cambiamento. In Stolorow, R., Brandchaft, B., Atwood, G., Fosshage, J., Lachmann, F. (1999), Psicopatologia Intersoggettiva. A cura di Marco Casonato, 2004. Edizioni QuattroVenti, srl, Urbino.
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